Marco Pace

Videomaker & Motion Designer
Presso Pomilio Blumm

Corso di Graphic Design

L’università mi ha permesso di evolvere sia professionalmente che, soprattutto, umanamente, in un ambiente positivo e stimolante che non
perde mai di vista l’unicità dei singoli, cercando di nutrirla e valorizzarla.”

Appassionato di disegno, scrittura, musica. Marco Pace, ex allievo del corso triennale di Graphic Design dell’Università Europea del Design di Pescara, oggi lavora come Video Maker e Motion

Designer alla Pomilio Blumm, agenzia paneuropea di comunicazione integrata, leader nella comunicazione pubblica, con sede a Pescara.

“Sono nato a Pescara dove già da molto piccolo ho sviluppato una grande passione per la comunicazione e le arti – racconta Marco Pace – questo mi ha spinto dapprima a studiare come autodidatta il disegno, lo storytelling, la composizione musicale e il cinema, per poi, finite le scuole medie passate a disegnare sui banchi anziché a seguire le lezioni, iscrivermi presso un liceo artistico.

Dopo il diploma ho affrontato un periodo complesso, durante il quale ho sofferto di ansia e sindrome dell’impostore.

La situazione è cambiata quando mi sono iscritto alla UED. L’università mi ha permesso di evolvere sia professionalmente che, soprattutto, umanamente, in un ambiente positivo e stimolante che non perde mai di vista l’unicità dei singoli, cercando di nutrirla e valorizzarla.”

Quando hai ricevuto le prime offerte lavorative?

“Poche settimane dopo la laurea ho avuto diverse richieste di lavoro e ne ho colta al volo una in particolare, che si sposava perfettamente con la mia passione per il cinema e il linguaggio video.”

Di cosa ti occupi oggi?

“Sono un Video Maker e Motion Designer presso Pomilio Blumm. Mi occupo di montaggio, animazione, storyboard e affini. Il mio sogno nel cassetto è fare il regista, perciò, anche grazie al mio lavoro, continuo a studiare questo stupefacente linguaggio cercando di comprendere e assimilare il più possibile.”

Cosa ricordi con più affetto del periodo formativo trascorso all’Università Europea del Design?

“Del periodo trascorso alla UED ho un ricordo molto positivo. I metodi d’insegnamento di alcuni docenti sono stati tanto unici quanto efficaci; la scuola mette al primo posto l’esperienza pratica da maturare anche e soprattutto con clienti reali. Della UED mi manca il clima di creativa spensieratezza. L’impegno e le energie da investire sono tante, ma fare un esame o una lezione con un docente che crede in te è molto diverso rispetto a fare la stessa cosa in una posto dove sei un numero tra i tanti. Posso affermarlo perché l’ho sperimentato.”

Hai un consiglio da dare ai ragazzi che stanno completando il periodo di studi e che si apprestano a misurarsi con il mercato del lavoro?

“Ai ragazzi che ora stanno ancora studiando suggerisco di metterci passione, specializzarsi in qualcosa di unico che sanno fare solo loro, non perdere mai la fiducia in se stessi, imparando, però, a mettersi in discussione. Tutti noi abbiamo delle passioni, un talento, un’indole e un’energia unica. E capendo il risultato dell’equazione troviamo il nostro posto e il nostro scopo. Che c’è sempre stato e che dovevamo solo riscoprire.

Non c’è forma di rispetto più grande verso se stessi e il mondo.”

Articolo di Emanuela Costantini