Roberto Ragone

Principal Interior Designer
presso Changes Coworking

Corso di Interior Design

Conosciamo Roberto Ragone, ex allievo del corso di Interior Design dell’Università Europea del Design, oggi Principal Interior Designer in Changes Coworking, una giovanissima start-up.

La mia avventura con questa fantastica famiglia di giovani è partita dalla partecipazione ad un bando: bisognava progettare uno spazio open space di coworking, facendo molta attenzione alle norme anti covid; per me è stato un contesto completamente nuovo e una grande sfida, poiché non conoscevo il mondo dei coworking.

Oggi mi ritrovo a progettare sedi di affiliati da 500, 1000 e 2000mq in tutta Italia (2D, 3D, impiantistica). Nel prossimo futuro, mi piacerebbe occuparmi della progettazione di arredi ed accessori in acciaio inox, con la successiva vendita online, in collaborazione con un’azienda”.

Cosa ha rappresentato per te la UED?

La UED è stata fondamentale nel mio percorso personale; una validissima palestra che ti forma e ti insegna a vedere i problemi come importanti opportunità, per cambiare il benessere dell’uomo.

Il mondo delle start up mi ricordano molto l’ambiente universitario che respiravo alla UED, in quanto ogni giorno ti ritrovi a risolvere problemi progettuali di ogni genere.

Mi capita spesso di passare dal progetto di Home Staging al progetto di Product Design, oppure dal Lighting Design al progetto di Exhibition Design.

Sì, è vero, tutto questo a volte mi surriscalda i neuroni, ma l’allenamento che ho potuto fare alla UED, mi ha permesso di superare il tutto con maturità e soddisfazione”.

Hai un consiglio da dare ai giovani e futuri designer?

Innanzitutto vorrei fare un augurio…di poter crescere in un gruppo unito, forte, proattivo, carico di idee nel quale ci deve essere tanta competizione, ma quella competizione sana, ricca di valori e rispetto.

Un gruppo nel quale ogni singola problematica deve essere risolta confrontandosi e dando sempre il meglio, perché solo in un contesto di questo genere si cresce in modo rapido e soprattutto verticale.

Per concludere, vorrei dare un consiglio: mettetevi sempre in gioco, esplorate nuovi mondi attraverso qualsiasi tipo di esperienza, come workshop, presentazioni, mostre, hackathon, saloni, concorsi. Perché solo così potete mettervi alla prova, misurarvi con gli altri e conoscere voi stessi”.

Non mi resta che ringraziare questa grande famiglia che, negli anni, si è formata, la quale mi ha aiutato a credere in me stesso, condividendo il percorso, le sfide, le sconfitte ed anche le soddisfazioni. Sono grato a tutto questo perché se oggi sono arrivato fin qui è anche grazie a voi, con la convinzione che si può fare sempre di più e superare i limiti per sentirsi orgogliosi e soddisfatti di se stessi.

Articolo di Emanuela Costantini