Lorenzo Di Bartolomeo

Graphic Designer

Corso di Graphic Design

Anni fa frequentavo un’Università che non ha niente a che vedere con il mondo della grafica. Anziché studiare per passare gli esami, occupavo il mio tempo a coltivare alcune delle mie passioni, tra cui il disegno. Acquistai una tavoletta grafica che mi permise di digitalizzare alcuni miei lavori e cominciai così a condividerli “con il mondo” attraverso i canali social: le persone apprezzavano il mio stile.

Passione ed entusiasmo. Sono queste le qualità che si notano subito incontrando Lorenzo Di Bartolomeo, giovane graphic designer che ha appena concluso il corso di formazione all’Università Europea del Design di Pescara.

Dall’Università al mondo del lavoro per Lorenzo il passo è stato breve, anzi brevissimo!

“Attualmente sono il responsabile grafico di un’agenzia di Marketing e Comunicazione.

Ci occupiamo prevalentemente della comunicazione social di varie aziende, ma realizzo anche lavori offline, manifesti, campagne, brochure informative e penso che non smetterò mai di essere entusiasta, per quanto sia banale, nel vedere un 6×3 in città che so di aver realizzato con le mie mani. Sono grandi soddisfazioni.”

Lorenzo, come ti descriveresti?

“Sono sempre stato un ragazzo pieno di fantasia. Ultimamente, quando ho l’occasione di descrivermi o di presentarmi, utilizzo un termine che penso racchiuda un po’ tutte le sensazioni che provo a livello personale: sono “un sognatore”.

Con ciò non intendo solo che “sogno ad occhi aperti”, ma che ho mille progetti, mille idee da realizzare, una moltitudine di progetti che difficilmente realizzerò. La mia ambizione mi spinge a dare sempre di più, a dare sempre il meglio in ciò che faccio.

Anni fa frequentavo un’università che non ha niente a che vedere con il mondo della grafica. Anziché studiare per passare gli esami, occupavo il mio tempo a coltivare alcune delle mie passioni, tra cui il disegno. Acquistai una tavoletta grafica che mi permise di digitalizzare alcuni miei lavori e cominciai così a condividerli “con il mondo” attraverso i canali social: le persone apprezzavano il mio stile.
E, al contrario di ogni mia aspettativa, ho iniziato a ricevere delle piccole commissioni per realizzare disegni, video animati ecc…

Così presi una decisione: trasformare in lavoro la mia passione.”

Come hai conosciuto la UED?

“Confrontandomi con alcuni conoscenti venni a sapere dell’esistenza dell’Università Europea del Design di Pescara.

Mi informai su cosa potesse offrirmi questo percorso e scoprii un mondo tutto nuovo.

Avrei potuto utilizzare la mia fantasia e la mia creatività per poter dar vita a concept originali nel settore della grafica pubblicitaria, ideare delle storie che avrebbero potuto aiutare aziende o attività a crescere ed ampliare la propria clientela, con uno spot o delle campagne pubblicitarie.

Che si tratti di una singola persona, di una piccola attività o di una grande azienda, ogni realtà ha una storia che vale la pena di raccontare.”

Cosa ricordi con più piacere del periodo formativo trascorso alla UED?

“Durante questo percorso, durato tre anni, ho potuto accrescere la mia inventiva e ho imparato a modellare al meglio le mie idee per raggiungere degli obiettivi ben precisi.

All’interno della UED ho avuto modo di sviluppare non solo gli aspetti tecnici per poter praticare la professione di Graphic Designer, ma anche la mia personalità, perché all’interno della struttura ho avuto il piacere di confrontarmi con docenti/ professionisti che hanno saputo stimolarmi sotto diversi punti di vista, che mi hanno fatto appassionare a questo mondo stracolmo di curiosità e continue innovazioni.

Inoltre ho avuto modo di avere a che fare con ragazzi che adesso chiamo “colleghi”, con i quali si son create belle amicizie e soprattutto sane competizioni.

Si! Competizioni!

Per “sane competizioni” intendo quei rapporti costruttivi che ti fanno crescere, quelle esperienze stimolanti che ti portano a relazionarti con diversi individui per raggiungere il miglior risultato. É affascinante osservare come 20 persone in un’unica aula si approccino in 20 diversi modi per affrontare un unico problema. Ciò accade ovviamente perché siamo tutti differenti; abbiamo diverse personalità, diversi caratteri, diverse esperienze che ci inducono ad affrontare un quesito in maniera originale ed unica.

La competizione è indispensabile per la crescita e per la formazione in questo ambito e bisogna saperne fare tesoro, senza provare rancore o invidia verso chi ha fatto meglio di te, ma imparando dai propri errori.

Il tuo compagno di classe ha avuto un’idea più interessante e funzionale della tua?

Benissimo! Comprendi il perché, avvicinati a questa persona, chiedigli che ragionamento ha fatto, come è arrivato ad una determinata conclusione, fai delle domande che possono tornare utili per il tuo lavoro futuro.

La UED è anche questo, il confronto con gli altri.

Ho imparato ed essere più estroverso, ad esprimermi meglio, ho assistito alla crescita personale di alcuni miei compagni, che all’inizio del primo anno erano molto timidi e che, durante l’esposizione di tesi finale, sono riusciti a presentare il loro progetto senza intoppi.”

Adesso stai lavorando e sei soddisfatto di ciò che stai facendo. Hai comunque ancora qualche sogno da realizzare?

“Sono sempre alla ricerca di nuovi lavori che possano stimolarmi. Spazio anche nel mondo della musica creando videoclip ufficiali per brani musicali con annesse cover art. Insomma, cerco di darmi da fare.

Non ho un sogno ben preciso. Come dicevo, ho davvero tanti progetti che vorrei realizzare e spero che passo dopo passo riesca in questa impresa, o meglio, in queste varie imprese.

So con certezza che voglio migliorare e aggiornarmi continuamente così da poter dare il meglio di me in qualsiasi occasione.

Ciò che ho imparato dalla mia esperienza, prima e dopo la UED sino ad oggi, è che bisogna dare il massimo e buttarsi a capofitto in ciò che realmente vogliamo fare, senza paura, senza rimorsi.

Dobbiamo concentrarci sulle nostre capacità e ancor di più sui nostri limiti; partire da essi e migliorarci; affrontare le difficoltà che il lavoro ci mette dinanzi, consapevoli che c’è una soluzione e che ne usciremo sempre a testa alta.”