Indossare l’Arte.
La UED di Pescara in collaborazione con gli artisti Carla Cerbaso e Francesco Iacovetti per la mostra d’arte Cavità.

È possibile "indossare l'arte"? La risposta è "Sì" se parliamo di Cavità, un progetto nato dalla collaborazione tra due grandi artisti e l'Università Europea del Design di Pescara, che apre la rassegna ArtEX, l'arte incontra il design, promossa dalla UED.

“Il progetto nasce dall’incontro con l’Università Europea del Design di Pescara e in particolare con Maurizio Lepore e Pina Iapalucci – racconta Carla Cerbaso, scultrice, pittrice e poetessa che insieme a Francesco Iacovetti, pittore e architetto, hanno realizzato 6 opere prime a quattro mani che saranno esposte all’Aurum di Pescara fino al 5 dicembre.

“Da questa collaborazione – spiega Carla Cerbaso – è nata l’idea di questa mostra e di utilizzare la prima opera, Cavità, come immagine da stampare sull’abito che indosso, un abito progettato e disegnato dalla Responsabile del dipartimento di Fashion design Angela Di Girolamo e realizzato dallo stilista Marino D’Alonzo.

Cavità e le altre cinque opere sono il risultato di un grande sodalizio tra due grandi artisti.
“Ho incontrato Carla Cerbaso ad una mostra – ricorda Francesco Iacovetti – da quel momento abbiamo iniziato a lavorare insieme realizzando opere a quattro mani come quelle esposte all’Aurum.
La nostra prima opera Ermione è piaciuta così tanto che la direzione della UED ci ha incaricato di produrre un quadro per la loro Università. Ed è nata Cavità, la prima delle sei opere che hanno dato vita alla mostra Cavità, allestita all’Aurum di Pescara. ”

Ciò che caratterizza le vostre creazioni sono la grande dimensione e la particolare tecnica utilizzata.
“Il formato che abbiamo scelto è 70cm per 180 cm. Tutti i quadri sono disegnati con penna biro e ci sono interventi con acquerello e colori acrilici.”

Nelle vostre opere sogni, realtà e inconscio si mescolano in un trionfo di forme in bianco e nero interrotte solo in alcuni punti dal colore.
Come avete conciliato l’intervento di ognuno di voi all’interno della stessa opera?
“Le nostre opere nascono direttamente così, senza bozzetti, senza pianificazione.
Nascono dall’elaborazione di esperienze.
Non ci sono disegni preparatori. E non lavoriamo sempre nello stesso momento. Ma l’obiettivo è sempre creare un’opera armoniosa.”

Sono opere nelle quali il fruitore può trovare degli spunti di riflessione, delle finestre sull’io inconscio. Qual è il filo conduttore?

“È il filo dell’anima, il guardarsi dentro. Jung diceva “l’artista non può mentire. Perché alla fine l’artista disegna ciò che non vorrebbe disegnare mai. Ma l’arte glielo impone.”

Intervista di Emanuela Costantini