Incontro con Fabio Germanò - Glamour, appunti di moda

Reinterpretare lo stile classico inserendo elementi contemporanei.

È questa la “visione” di Fabio Germanò, giovane stilista italiano autodidatta, ospite di Glamour, l’appuntamento con grandi professionisti della moda promosso dall’Università Europea del Design di Pescara.

“Con la moda è stato subito amore a prima vista – racconta Fabio Germanò – Fin da piccolo sapevo che avrei voluto fare il Fashion Designer. Ero attratto dai magazine, dai vestiti.

I miei non volevano che facessi lo stilista. Non la ritenevano una professione che potesse assicurarmi un guadagno.
Per questo ho deciso di fare esperienze diverse, lontane dal mondo della moda. Prima ho fatto il geometra, e questa competenza mi ha aiutato a fare il disegno tecnico per realizzare i cartamodelli, dato che sono autodidatta.
Poi ho preso ingegneria. Ma ho lasciato quasi subito.

Ho viaggiato tanto e mi sono formato da autodidatta per diventare Fashion Coordinator.”

Come hai iniziato il tuo percorso da Fashion Designer?
“Sono partito da t-shirt con una stampa serigrafica, per poi sviluppare la mia prima collezione.
Sono sempre stato attratto dal minimalismo, dall’essenziale e dalla qualità. 

La mia prima collezione si chiama proprio Essenziale. Il brand è stato registrato nel 2015 e la collezione è uscita nel 2017.”

Nelle tue collezioni utilizzi il color block.
“Sì, è un mio segno distintivo. Questa scelta nasce in risposta al mio daltonismo: vedo bianco, nero, grigio, un po’ di verde e di avana.

Ho fatto una scuola dove mi hanno insegnato i colori e da lì ho creato il mio archivio composto da 12 colori o pantoni.”

Parliamo della tua collezione Aenema.
Aenema nasce perché non riuscivo a trovare capi da indossare. Allora ho iniziato a disegnarli e a realizzarli. I colori principali sono il grigio, il nero, il blu, il verde e l’avana.

Aenema è la rielaborazione di enemy, nemico. E poi del termine latino enema a cui, per una questione di geometria, ho aggiunto la A all’inizio.”

La tua idea è quella di vestire giovani e uomini più adulti, oltre a rivolgerti a un target femminile.

“Sì, il mio target ideale sono persone tra i 25 e i 40 anni. Ma mi rivolgo anche a persone più mature. Oggi la percezione della moda è cambiata.”

La moda è un’espressione creativa. Secondo te, dove si trova la vera creatività?

“Ovunque. La creatività sta dentro di noi e nella visione che abbiamo del mondo esterno. Riguardo alla moda, più a Parigi che a Milano. Quello che manca è la coerenza.”

Come fa a farsi conoscere uno stilista, oggi?
“Creando la propria brand identity e lavorando con coerenza.
Ormai è tutta finzione, è tutto ritoccato, è tutta una questione di strategia. Il social è una vetrina importante anche per i designer, ma devi anche valere.”
I social aiutano oppure confondono?
“I social confondono. Siamo martoriati da immagini, pubblicità, influencer. Il social non ti aiuta.”
Il prossimo progetto?
“È una collezione che uscirà a breve. Si chiama Stray wolf, ovvero “lupo randagio”. Penso che scuoterà gli animi. Non userò modelli professionisti.

Stray wolf è il racconto di un’esperienza. Nelle mie collezioni c’è sempre la mia storia.”

Articolo di Emanuela Costantini