Sul set fotografico è definita il "secondo occhio", il "braccio destro" del fotografo. Parliamo della stylist, una professionista che oggi è sempre più indispensabile nel mondo della moda. Come ci spiega Claudia Fratini, docente all'Istituto Marangoni di Parigi.

“Sono molto contenta di essere tornata all’Università Europea del Design di Pescara dopo due anni di pandemia.
Agli studenti del corso di Fashion Design, nel corso delle lezioni di Fashion Styling, spiegherò quali sono le caratteristiche che deve possedere una stylist.

Parliamo di un mestiere che sta prendendo sempre più piede nell’industria della moda. Oggi è un ruolo fondamentale.”

Di cosa si occupa la stylist?
“La stylist lavora con i brand, sull’immagine del brand e anche con i designer. La stylist crea immagini contemporanee, è una visual storyteller, image creator, curator of images and trends, director of trends. È una persona che esprime concetti attraverso mood, attraverso immagini.”
La figura della stylist è fondamentale anche nello shooting fotografico.
“Assolutamente sì, perché la Stylist lavora a stretto contatto con il team creativo.
Controlla i movimenti della modella, se i capi sono sistemati bene, se le foto sono realizzate come le aveva ideate.
È importante lavorare con un team con il quale si condividono gli stessi valori, gli stessi principi.
La Stylist deve essere molto vigile sul set perché deve vedere ciò che il fotografo non vede perché concentrato sulla foto e non sullo Styling.
La stylist è una guida, è il faro dello shooting e la professionista che coordina il set, che decide il mood.”
Quali sono le caratteristiche di una brava stylist? 
“Deve sviluppare delle competenze, avere delle skills che riguardano la fotografia.
Deve possedere una profonda conoscenza di arte contemporanea, letteratura, musica, moda, storia della fotografia, cultura generale.
Tutto questo è utile per la costruzione di mood e sviluppo di concetti creativi.
E poi deve conoscere la storia dell’arte visiva e gli eventi chiave della storia della moda nei diversi periodi.
Per sviluppare l’immaginario della moda la stylist deve costantemente osservare, fare ricerca, archiviare. In ultimo deve avere l’abilità di individuare lo “Zeitgeist ” ossia lo spirito del tempo.
Inoltre è importante che la stylist sia empatica, deve essere una persona che ispira il Creative Team.”
Come si diventa stylist?
“Oggi ci sono scuole che danno l’opportunità di frequentare corsi di tre anni o un anno intensivo durante i quali si apprende il lavoro.

È molto importante la predisposizione personale. La stylist deve sviluppare un senso di curiosità, deve essere creativa, organizzata e deve essere in grado di stare al passo con i tempi. Deve comprendere lo spirito del tempo, percepire gli stimoli che provengono dall’esterno.

La scuola dà sicuramente le basi per sviluppare queste abilità. Poi, però, è la professionista che deve realizzare una propria banca dati di referenze, immagini, conoscenze per avere un’idea precisa della moda e delle tendenze che hanno caratterizzato le diverse epoche. La stylist deve essere in grado di rapportarsi al presente, considerando il passato, con un occhio rivolto al futuro.”

I social sono uno strumento importante per la stylist?
“Il social è un tool che va sfruttato perché può aiutare, ma i ragazzi non si devono limitare a fare le loro ricerche e trovare le loro ispirazioni basandosi solo sui social.
Faccio un esempio. Instagram è utile perché dà la possibilità di rimanere aggiornati sui trend del momento, di conoscere le opinioni degli altri. Ma da solo non basta. È importante anche utilizzare, come fonte d’ispirazione e di conoscenza, magazine, libri, strumenti fondamentali per arricchirsi e diversificare il proprio lavoro.”
Cos’è la bellezza secondo te?
“La bellezza è qualcosa di soggettivo, dipende dalla formazione, dall’educazione e dalla cultura personale.
Bisogna considerare che il mondo della moda presuppone un continuo guardarsi intorno, mettersi in discussione, capire ciò che chiede il pubblico.
È importante conoscere ciò che accade intorno a noi per saper poi interpretare l’idea della bellezza, che non coincide sempre con la perfezione.

Per me l’imperfezione è bellezza, perché rende unici.”

Arrticolo di Emanuela Costantini