Artex: la danza urbana di Anouscka Brodacz

Danza, spazio urbano, arte.
Anouscka Brodacz, coreografa,  performer, drammaturga e direttore artistico di rassegne (Corpografie e Matta in scena, per la parte dedicata alla danza), ci guida alla scoperta della ‘danza urbana’, una particolare performance che unisce l’arte alla denuncia sociale.
“Il corpo urbano è il sottotitolo di una delle mie rassegne, Moving in the city, il corpo che si muove negli spazi urbani, che si è tenuta a Pescara fino a qualche anno fa – spiega Annouska Brodacz, ospite di Artex, l’appuntamento con l’arte e il design promosso dall’Università Europea del Design di Pescara –
Io sono appassionata di queste cose e le facevo già negli anni ’80, prima che si iniziasse a parlare di danza urbana.
Due mie esperienze sono durate negli anni: ALHENAISTALLAZIONI fatta con abiti giganti che vestono il paesaggio urbano, e Femmenthal International, la parte performatica, con le donne ‘in scatola’.
Nella danza contemporanea, nelle performance, nelle istallazioni uso molto la sintesi simbolica perché ogni spettatore ci legge un’interpretazione diversa, un po’ come l’arte visiva o quella contemporanea. “
La danza può dunque essere un modo di denunciare alcune situazioni o esprimere liberamente i propri sentimenti?
” Certo. Il corpo esprime la contemporaneità, il disagio, tutti i sentimenti.
E’ importante sedurre lo spettatore, soprattutto quello giovane, per portarlo alla cultura, all’arte, allo spettacolo.
L’arte e la cultura servono per aprire la mente. Purtroppo in Italia sono pochi gli investimenti destinati a questi settori.
Eppure potremo vivere solo di arte, cultura e spettacolo…

I giovani hanno una sensibilità particolare.
Noi diamo delle chiavi, dei simboli, e ognuno li può interpretare.
Io vedo che i ragazzi si avvicinano all’arte in genere e alla danza in particolare.
Ogni anno nell’Accademia nazionale di danza di Roma, dove insegno coreografia, organizzo delle performance ‘urbane’, scegliendo ogni volta un luogo diverso.
A luglio in Accademia proporrò una performance particolare: l’idea parte da FEMMENTHAL, ma, essendoci anche danzatori, lo chiameremo PEOPLEBOX, perché i ragazzi dell’Accademia inizieranno la loro performance dentro le scatole…”
Sarà sicuramente una grande performance!
Al pari degli altri progetti che porti avanti. Non è un caso che il tuo nome figuri nell’Enciclopedia dello spettacolo del ‘900.
“È una grandissima soddisfazione. Ricevetti una telefonata da Firenze. Mi chiesero il nome, che poi hanno scritto in modo sbagliato. Qualche tempo dopo una ballerina dell’Accademia mi disse che il mio nome compariva nell’Enciclopedia di  Baldini & Castoldi. 
Per me fu una grandissima gioia. Tanto più che si tratta di una cosa che risale a vent’anni fa. “
Articolo di Emanuela Costantini