La stilista Federica Tosi ospite della prima sfilata delle collezioni degli stilisti emergenti

È la stilista romana Federica Tosi l’ospite d’eccezione della sfilata delle collezioni di tesi degli stilisti emergenti dell’Università Europea del Design di Pescara.
Quest’anno, per la prima volta, oltre alla presentazione delle collezioni, l’Aurum di Pescara ha ospitato la sfilata dei capi realizzati dagli allievi dell’ultimo anno del corso triennale di Fashion Design

Un grande contenitore dedicato alla moda e ai suoi talenti pensato per offrire ai giovani stilisti la possibilità di mostrare al pubblico il frutto del loro lavoro.
Ad osservare le creazioni dei talentuosi fashion designer, professionisti ed esperti del settore alla ricerca di talenti. Tra loro la stilista Federica Tosi.

“Il mio incontro con la moda è stato casuale – racconta la stilista romana – Il mio percorso inizia come designer di gioielli, con il marchio Luxury Fashion. In seguito un’azienda mi ha proposto una collaborazione e da quel momento è nato il brand di abbigliamento Federica Tosi.

Ho scelto di creare un prodotto versatile, adatto ad ogni occasione. Un ‘daily’ che, impreziosito da gioielli, una bella scarpa e una borsa particolare, diventa perfetto anche per un evento mondano.
È pensato per una donna molto impegnata, come me, che lavora e corre tutto il giorno senza però tralasciare quel tocco glamour.”

Quando crei una collezione di gioielli o di abbigliamento, su cosa ti focalizzi principalmente?
“Quello che ho cercato di fare in questi anni è stato creare dei forti segni di riconoscimento come dei tagli particolari e delle simmetrie, in modo tale da riuscire a dare una forte identità al mio brand.
Oggi, dato il gran numero di brand presenti sul mercato, è fondamentale essere riconoscibili.

L’ispirazione iniziale parte con la linea di abbigliamento e successivamente penso a creare dei gioielli che possano rispecchiare in pieno il mood della collezione. Penso a quel dettaglio in più che può impreziosire il look finale.”

Hai vinto diversi premi.
“Si, con la mia seconda collezione ho vinto il WHITE TIME AWARD di Milano, che mi ha aiutato ad avere maggiore visibilità. ”

Quali sono state le esperienze più significative?
“Sicuramente le prime sfilate a Shangai, insieme a stilisti importanti, e la sfilata di Altaroma a gennaio 2019, a cui ho partecipato per la prima volta quest’anno. Ho ‘giocato in casa’ ed è andata molto bene.”

È più importante la tecnica o la creatività?
“Sono entrambi aspetti molto importanti: la creatività dà il tocco magico ma è altrettanto fondamentale sapere se quello che stai immaginando è effettivamente realizzabile. ”

I ragazzi che oggi hanno concluso il percorso di studi, secondo te, cosa devono proporre al mercato del lavoro?
“Considerando che il mercato è pieno di brand, quello che posso suggerire è fare esperienza sul campo, non dare niente per scontato. È fondamentale lavorare con grande umiltà per acquisire conoscenze e crearsi un bagaglio personale. ”

Cosa ha influito di più sulla tua carriera?
“Il mio background e la visione commerciale sono stati fondamentali per capire cosa succede nel mercato, ma anche tutti i miei viaggi sono stati una grande fonte di arricchimento.”

Hai affermato che non ti senti una stilista ‘arrivata!’...
“No, mai. Non si è mai arrivati. Ogni collezione è una scommessa. ”

Oggi le aziende, partecipando alla presentazione dei progetti realizzati dai fashion designer della UED, hanno la possibilità di conoscere nuovi stili e nuovi talenti.
“Sì. Credo che sia importante la collaborazione tra aziende e università. I ragazzi hanno bisogno di una realtà consolidata che li supporti nella realizzazione del capo, nella ricerca del tessuto. In Italia abbiamo tante aziende. Qualcosa in più si potrebbe fare…”

Ai ragazzi che vogliono intraprendere questa professione cosa consiglieresti?
“Di essere tenaci e creativi. Bisogna riuscire a creare dei progetti che facciano la differenza. Questo non equivale a proporre abiti ‘strani’, ma significa esprimere un concetto in modo chiaro e riconoscibile, scegliere attentamente i tessuti ed avere tanta dedizione.”

 

Articolo di Emanuela Costantini