Calligrafia e creatività: Chiara Riva racconta il valore della scrittura a mano nell'era digitale - Character 2025

Che futuro hanno i giornali quotidiani? E che peso ha la grafica nell’impaginazione di un quotidiano o di una rivista?
A rispondere a queste domande è Stefano Cipolla, art director de L’Espresso dal 2018 (dopo una lunga esperienza a Repubblica), ospite di Character, l’evento dedicato a grafica, editoria e fotografia promosso dall’Università Europea del Design di Pescara.

“L’immagine è importantissima in ogni tipo di giornale. Oggi più che mai l’immagine è decisamente il principale catalizzatore dell’attenzione del pubblico. Chiaramente ci sono delle distinzioni da fare. Per quanto riguarda il quotidiano, l’immagine è importante, ma è il magazine che si presta di più a essere territorio di sperimentazione grafica. Il quotidiano ha iniziato ad avere una sua sperimentazione grafica dal 2000, con la settimanalizzazione dei quotidiani. Tutti i grandi giornali hanno cioè iniziato a creare degli allegati, dei veri e propri magazine, da dare insieme al giornale.”

In questi ultimi anni si è registrata la crisi dei giornali generalisti. Lo zoccolo duro dei lettori è rimasto, ma si registra un sensibile calo delle vendite.
“Innanzitutto, lo zoccolo duro è rimasto ma, a parte il problema anagrafico, c’è anche un problema di chiusura delle edicole. I lettori non si fanno dieci minuti di strada in più per andare a comprare il giornale.”

Il giornalismo, per essere credibile, ha ancora bisogno della carta?
“Secondo me sì. Ti cito un caso che mi riguarda. L’anno scorso, a febbraio, abbiamo fatto una copertina che riguardava la Ferragni. La rivista di carta è rimbalzata sui social e per la prima volta da anni un giornale di carta è andato tutto esaurito in edicola.
Questo dimostra che il giornale ha bisogno dei social, ma anche che se quella polemica fosse nata sui social sarebbe scomparsa in un giorno.”

Per invogliare i ragazzi ad avvicinarsi all’informazione giornalistica, attraverso la riscoperta dei magazine, dobbiamo passare sempre attraverso i social?
“Secondo me sì. Non se ne può fare a meno. I ragazzi si informano sui social. Ma bisogna ricordare che i giovani vanno appassionati e devono vedere noi appassionati.”

E l’intelligenza artificiale?
“In qualche modo dovremmo conviverci. Sicuramente te ne accorgi se qualcuno la utilizza sia che si tratti di immagini che di testo. Ma tra qualche tempo non ce ne accorgeremo più.
Probabilmente quello che succederà, per quanto riguarda il graphic design, è che si allargherà la forbice: i grandi illustratori riusciranno sempre a lavorare, mentre i medi-piccoli moriranno.”

Emanuela Costantini