“Da quando avevo diciotto anni sognavo i materiali, i progetti, l’odore del legno. Sono passati un paio di anni da quando ho concluso il mio percorso alla UED. Molti di più da quando ho scelto il design non solo come professione ma come stile di vita.”
È così che inizia il suo racconto Ilaria Lattanzi
(@_ilariafrancesca), giovanissima ex allieva del corso di Interior Design dell’Università Europea del Design di Pescara.
“Quando iniziai l’università un professore in particolare ci disse che da quel momento in poi non avremmo potuto fare a meno di vedere design in tutte le cose e a me, sul momento, sembrò un po’ strano.
Oggi lo capisco perché i miei occhi non vedono altro che la meraviglia del design in ogni dettaglio, dalla foglia più semplice agli edifici più complessi.
Senza ombra di dubbio posso dire che è anche merito del mio percorso universitario che mi ha dato gli strumenti per poter proseguire questo viaggio da sola. Perché effettivamente quando finiscono i festeggiamenti e togli la corona d’alloro sei solo tu a presentarti al mondo.”
Che ruolo ha nella tua crescita personale e professionale l’Università Europea del Design di Pescara?
“Sono grata che nei miei tre anni alla UED i professori abbiano creduto così tanto in ognuno di noi, dandoci il coraggio di essere noi stessi.
Probabilmente, oltre alla tecnica, questa è la cosa più importante che mi porto dentro del mio percorso universitario.
E pensare che ho conosciuto la UED per puro caso, grazie ad un amico che aveva accennato l’argomento casualmente in una conversazione!”
Di cosa ti occupi adesso?
“Oggi lavoro nell’ambito commerciale del design, proprio come predetto da Maurizio Lepore, direttore didattico della UED. Il giorno della mia tesi di laurea mi disse di esplorare quel settore perché sarebbe stato giusto per me. Ed effettivamente è stato così.
Mi occupo di fare consulenze e seguo i clienti dal momento della progettazione fino alla vendita.”
Ai ragazzi che vorrebbero intraprendere un percorso come il tuo, cosa suggerisci di fare?
“Ho imparato a conoscere una parte del design che non avrei mai pensato di poter amare e vorrei tanto che i ragazzi che stanno studiando conoscessero di più il mondo dei negozi di arredamento e del commercio perché rappresentano un’ottima alternativa ai percorsi canonici.
E poi mi preme sottolineare una cosa: è necessario lottare con tutte le proprie forze per i propri sogni ed avere una visione ben chiara di chi vogliamo diventare affinché niente intorno a noi possa farci cambiare idea o convincerci che meritiamo di meno.”
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Per i miei progetti futuri, al momento, c’è l’idea di continuare a crescere nell’azienda in cui lavoro. Mi ha dato tanto e in un certo senso rappresenta una continuazione dell’Università, perché ho trovato lo stesso ambiente positivo e pieno di incoraggiamento soprattutto verso i giovani, che vengono visti come una risorsa.
Sicuramente un sogno nel cassetto è quello di insegnare.
Mi piacerebbe un giorno poter raccontare ai ragazzi più giovani quello che ho imparato all’università ma soprattutto come l’ho messo in pratica nel mio lavoro.”