Calligrafia e creatività: Chiara Riva racconta il valore della scrittura a mano nell'era digitale - Character 2025
Una scrittura che pulsa, che prende vita grazie a tratti e linee sapientemente tracciati. Chiara Riva, docente di calligrafia, ospite di Character (l’evento promosso dall’Università Europea del Design di Pescara), ha trasformato la sua passione per la calligrafia in un lavoro ricco di soddisfazioni.
“Ho sentito l’esigenza di mettere in moto la manualità – racconta agli studenti del corso di grafica dell’Università Europea del Design di Pescara – Non riuscivo più a sopportare tutte quelle ore trascorse davanti al computer.
L’Italia ha una tradizione calligrafica talmente importante che gruppi di americani e altri stranieri vengono nel nostro paese per studiare le iscrizioni e la documentazione.
Abbiamo un grande archivio nelle biblioteche che ha una valenza eccezionale: molti stili calligrafici sono nati proprio nel nostro paese.”
La calligrafia oggi riesce a resistere all’invasione delle tecnologie digitali e dell’A.I.?
“Paradossalmente, proprio con l’arrivo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie c’è una riscoperta della calligrafia: avendo tantissimi mezzi e immagini, la pratica della scrittura diventa ancora più rara. E questa rarità la fa diventare ancora più preziosa. La gente resta stupita vedendo come da un gesto si possono fare tantissimi segni diversi, non solo a livello formale, ma anche a livello di composizione. Secondo me, tutta la tecnologia e il ricorso all’A.I. dà ancora più valore a questa pratica.”
E si va sempre di più verso la ricerca di una personalizzazione.
“Esatto. Mi capita spesso che mi vengano commissionate scritte per copertine di libri, di packaging, progetti grafici per logotipi. Il fatto di scrivere a mano permette di fare delle variazioni e fare qualcosa di unico.”
In questo modo si lascia un’impronta personale.
“Proprio così. E si ha la possibilità di dare unicità a una scritta. Inoltre si ha più libertà rispetto a un carattere tipografico standardizzato. Spesso vengo chiamata dai brand per fare delle dimostrazioni o delle personalizzazioni live all’interno dei loro spazi. Anche i Festival mi chiedono di fare delle demo. Perché un conto è vedere il risultato e un altro è vedere il processo, un momento che affascina sempre.”
Inizi a progettare utilizzando il computer o preferisci trasferire le tue idee su carta?
“Anche quando lavoravo come grafica, e quindi lavoravo molto al computer, partivo sempre dalla carta: quando devi fissare un’idea è molto più facile farlo sulla carta. A differenza degli illustratori, che sviluppano un proprio stile personale che dipende molto da un certo tipo di forme e di colori, noi calligrafi studiamo tantissimi stili diversi. Ma anche se il mio collega ha usato lo stesso stile nello stesso lavoro, riesco a riconoscere la sua mano dalla mia: c’è una fortissima impronta personale nella scrittura.”
Emanuela Costantini